Un uomo di 57 anni è stato arrestato con l'accusa di aver falsificato dei documenti tramite i quali intendeva sposare la figlia adolescente della sua ex moglie. La ragazza, che comunque l'uomo non avrebbe potuto sposare legalmente, era all'oscuro di tutto.
L'uomo, un commercialista fiscale della cittadina di Akashi (prefettura di Hyōgō) lo scorso 21 aprile, il giorno dopo aver ottenuto il divorzio dalla moglie, aveva consegnato dei documenti agli uffici comunali di Akashi con i quali registrava il matrimonio con la figlia sedicenne dell'ex moglie.
L'uomo, sospettato di aver falsificato il documento di consenso parentale, richiesto in caso di matrimonio con minore, e un altro documento, ha ammesso subito le accuse, confessando alla polizia di averlo fatto perchè innamorato della ragazza.
La ragazza venne a conoscenza della registrazione del matrimonio solo dopo aver ricevuto una comunicazione dagli uffici comunali della città e da allora ha cercato di farla annullare presentando istanza in tribunale.
Ai sensi del Codice Civile (民法, Minpō) giapponese (art. 735), una persona non può sposare il figlio di un ex coniuge. Per questo in conferenza stampa i funzionari comunali di Akashi si sono scusati per aver accettato la pratica.
I funzionari tuttavia avevano notato che le firme dei due coniugi apposte sul documento di consenso parentale sembravano essere state scritte dalla stessa persona, per questo avevano consultato gli uffici locali del Ministero di Giustizia, che avrebbero risposto loro che se erano stati consegnati tutti i documenti necessari il matrimonio doveva essere registrato.
In Giappone il matrimonio (婚姻, kon-in) è solo civile, per sposarsi basta che i futuri coniugi compilino gli appositi moduli e presentino i necessari documenti agli sportelli comunali. In un secondo momento gli sposi potranno festeggiare l'avvenuto matrimonio con la cerimonia di nozze (結婚式, kekkon shiki) che preferiscono (shintō, all'occidentale, etc).
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